Il desiderio del potere e del dominio abita il cuore dell’uomo e da questa tentazione non sono stati esenti neanche i discepoli di Gesù. Il Vangelo di domenica ci ricorda proprio questo, mettendo in evidenza la discrepanza tra le parole di Gesù e i discorsi dei discepoli, infatti mentre il Maestro annuncia ai suoi la sorte che lo attende, i discepoli si soffermano sui primati del potere.

Il papa durante l’Angelus ha voluto soffermarsi sul silenzio dei discepoli dopo essere stati interpellati da Gesù circa i loro discorsi, e, ricorda Francesco, come prima l’orgoglio aveva chiuso i loro cuori, ora la vergogna chiude la loro bocca. Ma Gesù risponde al loro interrogativo, insegnando loro il modo di essere grandi: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo”, ovvero “vuoi essere grande? Fatti piccolo, mettiti a servizio di tutti”.

Questo modo di intendere il potere richiede una rivoluzione del nostro modo di vedere e di vivere, infatti Gesù “ci insegna che il vero potere non sta nel dominio dei più forti, ma nella cura dei più deboli. Il vero potere è prendersi cura dei più deboli”

Allora il riconoscerci uomini e donne chiamati a porsi in un atteggiamento di servizio e di cura dal prossimo ed agire in tale direzione ci apre alla grandezza che è anzitutto del cuore, e quandanche la logica del mondo dovesse scoraggiarci, Francesco ci rassicura che “il Vangelo resta tuttavia parola viva e piena di speranza: Colui che è stato rifiutato, è risorto, è il Signore!”

 

Mario Bamonte