Nell’Angelus di domenica, papa Francesco si sofferma sulla relazione che Dio intende costruire con ciascuno di noi. Parla di questa relazione partendo dalla parabola del re che organizza la festa di nozze del figlio e invita tutti a partecipare alla gioia dell’evento. Laddove il banchetto nunziale è metafora del Regno dei Cieli e la gioia è quella gioia che gli è propria e che ci è gratuitamente offerta.
Noi siamo gli invitati di Dio. Invitati “a stare con Lui, lasciandoci la possibilità di accettare o non accettare. Non ci propone un rapporto di sudditanza, ma di paternità e di figliolanza, che necessariamente è condizionato dal nostro libero assenso”. Un libero invito, dunque, ad intrattenersi con Lui, a “trovare il tempo che libera” e che ci permette di partecipare alla gioia delle nozze.
Come alcuni invitati alle nozze della parabola, talvolta anche noi possiamo cadere nella tentazione di rifiutare o rimanere indifferenti dinanzi all’invito, ma Dio non si arrende. Continua a chiamarci perché sono partecipando al banchetto nunziale si sperimenta la Grazia che “alleggerisce e risana il cuore, che accresce in noi la pace, la fiducia e la gioia, che ci salva dal male, dalla solitudine e dalla perdita di senso”.
Siamo tutti invitati alla gioia. Quale sarà la nostra risposta?
Mario Bamonte