Il ritrovamento del corpo di Silvia Nowak, semi carbonizzato e a pochi metri dalla sua abitazione, ha portato a nuove complessità nelle indagini. Il compagno Kai Dausel, interrogato per ore dai Carabinieri di Santa Maria di Castellabate, è stato rilasciato senza particolari sviluppi, nonostante la sua posizione centrale nelle indagini. Durante l’interrogatorio, era affiancato da un avvocato e da un interprete.
L’esame esterno del corpo, eseguito dal medico legale Adamo Maiese su disposizione della Procura di Vallo della Lucania, ha rivelato segni di ferite che sembrano riconducibili a un’arma da taglio, alimentando l’ipotesi che Silvia sia stata uccisa prima che il suo corpo venisse bruciato per nascondere prove. Inoltre, si sospetta che l’omicidio possa essere avvenuto in un altro luogo e che il corpo sia stato successivamente trascinato vicino all’abitazione della coppia.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Antonio Pizzi, rimangono aperte a varie ipotesi, con l’autopsia prevista nelle prossime ore che potrebbe fornire elementi cruciali per comprendere la dinamica dei fatti.