Di Mario Bamonte
Commentando il Vangelo proposto dalla liturgia la scorsa domenica, il Santo Padre, nel corso del suo Viaggio Apostolico in Asia, si è rivolto principalmente al popolo della Papua Nuova Guinea.
“Coraggio, non temete” è la parola che il Signore ci rivolge per mezzo del profeta Isaia, parole che, ci ricorda il papa, si realizzano nell’operato di Gesù, il quale nel Vangelo entra in relazione con un sordomuto, un uomo incapace di comunicare.
Il papa dice che “vengono messe in evidenza soprattutto due cose: la lontananza del sordomuto e la vicinanza di Gesù”. L’uomo, infatti, fa esperienza non solo della lontananza fisica, egli vive in una zona geografica decentrata rispetto a Gerusalemme, ma soprattutto della lontananza spirituale, egli è lontano da Dio e dagli uomini. E allora entra in gioco la vicinanza di Gesù: “nel suo Figlio, Dio vuole mostrare anzitutto questo: che Egli è il Dio vicino, il Dio compassionevole, che si prende cura della nostra vita, che supera tutte le distanze” e con la sua vicinanza, Gesù guarisce.
Così anche noi, talvolta, facciamo, come il sordomuto, l’esperienza dello smarrimento, ma la vicinanza di Gesù e l’amore compassionevole di Dio vincono la nostra “sordità interiore e mutismo del cuore”. Anche a noi il Signore dice “Effatà!” “Apriti!”, affinché liberi dal nostro isolamento possiamo entrare in comunione con Dio e con il prossimo.
Mario Bamonte