đ´La tragedia a Mandia di Ascea. Lâavvocato Antonello Natale, legame dei Sacco âquesta sentenza è un primo, importante passo verso lâaccertamento della veritĂ storica degli accadimentiâ
Suicidio di Jessica Sacco, nei giorni scorsi si è chiuso il processo di primo grado a carico del fratello e del padre della 22enne di Mandia frazione di Ascea. La ragazza si tolse la vita il 15 marzo del 2015 lanciandosi dal balcone di casa, durante lâennesima lite tra il fidanzato e i familiari. Il processo ha visto imputati il padre e il fratello della giovane con lâaccusa di maltrattamenti in famiglia, aggravati dallâevento morte e dai motivi abietti e futili. Circostanze per le quali la legge prevede una reclusione dai 12 ai 24 anni. Dopo le discussioni dellâaccusa e della difesa, la Corte di Assise di Salerno, allâesito della camera di consiglio, ha letto in udienza il dispositivo sentenza. Ă stato assolto il fratello di Jessica, 18enne allâepoca dei fatti, è stato invece condannato ad un anno e quattro mesi il padre a cui sono state escluse tutte le aggravanti. Soddisfazione per lâesito del processo sono state espresse dallâavvocato Antonello Natale, difensore dei Sacco âquesta sentenza – dice – è un primo, importante passo verso lâaccertamento della veritĂ storica degli accadimentiAbbiamo trovato un Collegio giudicante estremamente sensibile e attento alle dinamiche dei fatti e del processo: lo dimostra la derubricazione dellâaccusa, con la esclusione delle aggravanti inizialmente contestate, condivisa, invero, anche dalla Pubblica Accusa, allâesito della copiosa istruttoria dibattimentale. Ad ogni modo non ci fermeremo qui, proporremo appello finalizzato allâassoluzione anche del papĂ di Jessica. Siamo sereni, confidiamo nella giustizia e nel suo corsoâ. La tragica vicenda aveva scosso profondamente la comunitĂ di Ascea Marina nel 2015. Jessica Sacco, candidata alle elezioni amministrative, si era tolta la vita durante un litigio tra il padre e il fidanzato. La famiglia non approvava la relazione sentimentale della giovane, generando tensioni allâinterno del bar di famiglia gestito dai Sacco. La famiglia è stata coinvolta in un lungo processo per maltrattamenti in famiglia aggravati dallâevento morte. Nello scorso mese di gennaio dopo oltre quattro anni di udienze, aveva presentato una richiesta di condanne per maltrattamenti: tre anni per il padre Luigi Sacco e due anni e sei mesi per il fratello Stefano Sacco. Si attendono ora le motivazioni della sentenza, per le quali la Corte di Assise si è riservata il termine di novanta giorni.