In un clamoroso sviluppo, Francesco Schiavone, noto come Sandokan e ex capo del clan dei Casalesi, ha deciso di collaborare con la giustizia dopo aver trascorso 26 anni di carcere. Questo repentino pentimento rappresenta un duro colpo per il clan e offre un’importante opportunità per le indagini sul crimine organizzato.
L’annuncio del pentimento di Schiavone è stato riportato in anteprima dal quotidiano “Cronache di Caserta” e successivamente confermato dalla Direzione nazionale Antimafia. Schiavone, detenuto sotto il regime del 41 bis dal 1998, era considerato uno degli ultimi irriducibili della camorra.
La sua collaborazione potrebbe portare alla luce segreti cruciali sulle attività del clan, tra cui traffico di droga, estorsioni e omicidi, contribuendo così a disarticolare l’organizzazione criminale.
Questo non è il primo caso di collaborazione nella famiglia di Schiavone, poiché i suoi due figli, Nicola e Walter, avevano già intrapreso lo stesso percorso in passato.
Le reazioni alla notizia sono state di soddisfazione da parte delle istituzioni e degli inquirenti, che vedono nella collaborazione di Schiavone un’opportunità fondamentale per contrastare la camorra e portare giustizia.