Sono due i modi di accostarsi al Tempio, ovvero di porsi davanti al Signore: come quando ci si
trova a casa o come quando ci si ritrova in un mercato.
Con questa semplice dicotomia il Papa ha voluto soffermarsi sul nostro modo di vivere la fede.
Nel tempio-mercato, la relazione con Dio è intesa come “comprare, pagare, consumare, e poi
ciascuno a casa sua”, un giocare sui prezzi per cercare il proprio interesse.
Di contro nel tempio-casa “si va per incontrare il Signore, per stare uniti a Lui, stare uniti ai fratelli,
per condividere gioie e dolori”; non l’interesse personale, ma la gratuità è il cuore di tale relazione.
La durezza di Gesù nel tempio, mentre scaccia i mercanti, è data dal fatto che egli “non accetta che
la relazione con Dio sia distante e commerciale anziché vicina e fiduciosa, non accetta che i banchi
di vendita prendano il posto della mensa familiare, che i prezzi vadano al posto degli abbracci e le
monete prendano il posto delle carezze”.
Gesù non accetta le barriere che si creano con Dio e con i fratelli.
Pertanto, ci ricorda Francesco, “il nostro cammino di Quaresima, è a fare in noi e attorno a noi più
casa e meno mercato” per essere così costruttori infaticabili di fraternità.
Di Mario Bamonte