Per le strade del borgo, un docufilm lungo i passi dei ricordi
Ha il dolce profumo dell’amore il docufilm “Un giorno con… Lucia Paolino”, realizzato dalla
casa editrice Aletti (guarda qui https://www.youtube.com/watch?v=T45KsnsecAc). Sin dai
primissimi minuti si percepisce dai versi letti: “Grazie amor mio che ti ho incontrato, perché solo tu
mi fai vivere l’immenso che c’è nel creato”. Versi dedicati a Gennaro, il grande amore di Lucia
Paolino, l’autrice che vive a Postiglione (in provincia di Salerno), con due lauree in tasca, una
conseguita in Pedagogia, per poter insegnare, e l’altra in Medicina e Chirurgia. E sullo sfondo, la
poesia, che riesce a dare voce a queste emozioni, a far imprimere nero su bianco le parole che
trasmettono l’amore sincero, quello conosciuto ventotto anni fa su un treno. Ma anche l’amore
verso la sua famiglia che le ha trasmesso i valori portanti della sua esistenza. La mamma, saggia e
sempre pronta a dare buoni consigli; il papà, lavoratore onesto e premuroso, le sorelle, la zia Lucia,
Lorenza. A loro sono dedicati i versi che Lucia Paolino legge nel docufilm girato proprio a
Postiglione, borgo alle porte del Cilento, alle pendici della catena degli Alburni, incorniciato dalle
montagne, attraversato dai fiumi Tanagro, Calore e Sele, e circondato da boschi, percorsi e sentieri
naturalistici. Ma anche la piazza, il castello medievale, le chiese.
E’ l’autrice stessa che non dimentica di far conoscere le bellezze del suo paese raccontandone breve
stralci di storia. Le origini di Postiglione si fanno risalire al decimo secolo quando gli abitanti
dell'antica Paestum, costretti dalle incursioni dei Saraceni e dei pirati turchi, ad abbandonare la
propria terra, si rifugiarono in questo luogo considerato idoneo per la difesa. Longobardi e
Normanni la fortificarono con uno dei castelli più belli del territorio, munito di sei torri, che aveva
dunque funzioni difensive e di osservazione, e le “strettule” erano un altro sistema di difesa che
rendevano la città inespugnabile.
Per le strade del borgo Lucia e Mario camminano mano nella mano, così come affrontano la
vita. Davanti all’antica fontana dei Grandini, ex lavatoio del paese, legge i versi di “Vorrei” e della
poesia “Cercavo”. “Cercavo l’amore ma ho trovato l’inganno e il dolore. Cercavo la sincerità ma
ho trovato l’ipocrisia. Cercavo la risposta ma ho trovato il mutismo. Cercavo un uomo ma ho
trovato un fantoccio. Cercavo la vendetta ma ho scelto il perdono”.
Il viaggio nella poesia di Lucia Paolino continua, poi, con la lettura delle liriche: “La stella mia” e
“Tramonto d'autunno”. Un viaggio iniziato sin da piccola, quando la Lucia bambina vinse un
concorso di poesia alle scuole elementari e da lì è scoccata la scintilla verso il mondo poetico. Ora,
questa ricchezza interiore cerca di trasmetterla anche ai suoi alunni. Ma ad arricchire l’esperienza
e i ricordi di Lucia sono anche i viaggi in giro per tutto il mondo. In Egitto, in Europa, in
America, Australia, Nuova Zelanda, India. «Viaggiare mi ha trasmesso un’emozione talmente
grande difficile da raccontare. Vorrei stare sempre con una valigia pronta». La sua esistenza, così
come la sua scrittura, sono un inno alla speranza e al coraggio. Da qui la scelta di leggere i versi “Il
sole c’è sempre” e “Io non mi arrendo”. Ma anche “La bellezza del Creato” e “Ogni giorno è da
vivere”… Sia all’alba che al tramonto di ogni nuovo giorno.