La Quaresima è il tempo del deserto, tempo in cui ritirarsi nel proprio mondo interiore per porsi in ascolto del proprio cuore. È l’esempio di Gesù, narrato nel Vangelo di domenica, il quale entra per quaranta giorni del deserto.
Il papa nell’Angelus di domenica ha voluto aiutarci a comprendere come l’esperienza di Gesù non sia poi differente dalla nostra esperienza.
“Bestie selvatiche e angeli erano la sua compagnia – afferma Francesco – Ma, in un senso simbolico, sono anche la nostra compagnia: quando entriamo nel deserto interiore, infatti, possiamo incontrarvi bestie selvatiche e angeli”.
Le bestie selvatiche sono “le passioni disordinate che dividono il cuore, tentando di possederlo. Ci suggestionano, sembrano seducenti ma, se non stiamo attenti, rischiano di sbranarci”. Da queste bestie bisogna stare in guardia, poiché assalendoci, minerebbero la nostra libertà.
Mentre gli angeli sono l’opposto delle bestie selvatiche: “Gli spiriti angelici richiamano i pensieri e i sentimenti buoni suggeriti dallo Spirito Santo. Mentre le tentazioni ci dilaniano, le buone ispirazioni divine ci unificano e ci fanno entrare nell’armonia: acquietano il cuore, infondono il gusto di Cristo, “il sapore del Cielo””.
Prendere consapevolezza di questa compagnia e saper dare a ciascuno il suo è il cammino del deserto che siamo chiamati a vivere. È il cammino della Quaresima che abbiamo appena intrapreso.
Mario Bamonte